Come si salva un Paese impantanato? . . . . di Andrea Levi della Vida

L’ultima domenica di marzo Eugenio Scalfari titolava: “Come battere la corruzione e come costruire la nuova Europa”.
Mentre leggevo le attente e argute considerazioni su corruzione e concussione provavo un vago senso d’insoddisfazione: l’argomento era trattato interamente? Mi sembrava di no, e innegabilmente fatalista era l’affermazione: “Purtroppo il popolo (sovrano) presto si riaddormenta e il Cavaliere nero di quel momento gli rimonta in groppa e lo conduce a colpi di sproni e di briglie dove a lui conviene portarlo. Non tutti i popoli si svegliano così poco, ma il nostro purtroppo è dormiglione”. (auto assolutoria?).
Passata al senato la legge anticorruzione ci attendiamo grandi cose dalla sua definitiva approvazione alla Camera, ma la storia ha dimostrato che sanzioni e leggi non sono di per sé sufficienti a contrastare il crimine. Le leggi sono come le idee, Camminano sulle gambe della gente ed è evidente che il problema è più complesso. Filosofico per certi aspetti. Esistono i corrotti, traditori del paese, ma non potrebbero esistere in assenza dei corruttori. La corruzione poi non può andare a buon fine in assenza di colpose o dolose omissioni, e della rimozione del giudizio etico.

Grande scalpore ha fatto il movimento proposto da Landini che intende, sul modello di “Podemos”, costruire un soggetto politico a tutela dei diritti dei lavoratori. Al di là delle polemiche sulla attività politica di un sindacalista, è questo il punto da mettere al centro di una azione politica per superre la crisi e combattere la mancanza di lavoro?
Parlare solo di diritti è un modo parziale e demagogico di rappresentare un aspetto della società.
I “Diritti”, quelli acquisiti, discendono da dei doveri assolti e, a loro volta, costituiscono un dovere per terzi che devono permetterne o garantirne la soddisfazione.

L’arrivo in Parlamento della legge sulla responsabilità civile dei giudici ha scatenato una ridda di polemiche sulla opportunità e giustizia di un tale provvedimento. È quello il cardine per il superamento delle difficoltà in cui versa il sistema giudiziario?
Anche il tema della responsabilità dei Giudici ha diversi punti nodali tra cui certamente preminenti sono l’indipendenza ed autonomia di un potere stabilito dalla Costituzione ed il servizio di amministrazione della giustizia idoneo a soddisfare le attese dei cittadini, contrappeso del potere.

Questi sono solo tre punti e momenti di una discussione sul Paese, tutti di grande rilevanza, ma, così come esposti, paragonabili a ciottoli gettati in un fiume. Si riuscirà gettando ciottoli, ciascuno senza guardare l’operato del vicino, a costruire una diga?
Ogni problema ha, infatti, molteplici punti di vista: i protagonisti, le comparse, le maestranze, gli spettatori e i critici di professione.
Manca una sintesi dei diversi punti di vista, un modo di vedere collettivo che tenga conto dei diversi punti di osservazione.

Il Governo Renzi sta procedendo, tra le altre cose, alla riscrittura di gran parte della Costituzione.
Ogni Nazione ha una società strutturata ed organizzata in modo suo proprio e la Carta costituzionale raccoglie le regole che sottendono e mantengono una tale organizzazione.
Per scrivere la nostra, la comunità nazionale scelse ed elesse dei rappresentanti che hanno lavorato un anno e mezzo per sostituire il precedente Statuto Albertino.

La nostra società appare al momento completamente disgregata e sembra aver smarrito regole condivise.

Ieri sera è stata trasmessa la notizia che i cittadini di Casal di Principe in provincia di Caserta si sono ripresi onori ed oneri di rappresentare il loro paese, rappresentanza che gli era stata espropriata dalla Mafia e, per dare al mondo un segnale concreto, organizzeranno in un palazzo sequestrato al malaffare una mostra con i capolavori degli Uffizi.
Fantastico!

Il PD romano sta vivendo un momento di rifondazione a seguito della analisi compiuta da Fabrizio Barca all’intermo. Rifondazione perché l’immagine espressa era totalmente inaccettabile. Come si è arrivati a questo? Una serie di eventi casuali o un disegno preciso messo in atto approfittando della sonnolenza collettiva?
La rifondazione del PD romano potrebbe essere una buona occasione per cominciare a ridiscutere la struttura e le regole su cui vogliamo si basi la nostra Società, per poi magari modificare la nostra Costituzione in modo che sia espressione di un progetto meditato e condiviso.

È giunta l’ora di smettere la brontolona passività in attesa che un demiurgo cali dall’alto la soluzione ai nostri problemi.
La vita ed il futuro sono nelle mani di ciascuno di noi!

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