Ricominciamo daccapo

La società è un organismo complicato fatto da tante teste che pensano in modo autonomo e indipendente. L’armonizzazione dei pensieri e dei comportamenti era garantito, nel passato più o meno recente, dalle ideologie che scaldavano le menti e i cuori e dall’etica pubblica. E fino a che è durato il boom della ricostruzione è stato tutto facile.

La Politica, comunque è stato ed è un settore dal quale molte persone di valore si sono tenute lontane, non perché difficile, ma per l’alone d’immoralità che la avvolge.

È stato un lento e progressivo scivolare dall’interesse pubblico verso quello privato; fu il Partito socialista di Craxi, ago della bilancia politica italiana, a lanciare la corsa al sottogoverno; gran parte della attività Politica si è rivolta alla conquista di posti di potere più che alla soddisfazione del bene comune; (come sempre le generalizzazioni sono ingiuste e ingenerose). Comunque si è perso di vista il quadro generale e l’interesse collettivo, si è semplificata o smontata l’organizzazione dei partiti riducendo la scelta della classe dirigente a cooptazione dell’alto senza alcuna selezione. Il Partito politico, che è un bene pubblico, cerniera tra la gente e le Istituzioni, crogiuolo d’idee, analisi, proposte è diventato proprietà esclusiva del (o dei) leader che ne usa e abusa a suo piacimento provocando scissioni o allontanamenti dei dissidenti. Per Berlusconi, Renzi, Salvini, Grillo Casaleggio Di Maio, non servono spiegazioni.

Senza più alcuna considerazione per i cittadini ove ve ne sia mai stata.

Questo senso di sudditanza sofferto dagli elettori ha premiato partiti ora al governo; entrambi avevano mostrato interesse per la gente e voglia di cambiare le cose, ma se è vero che volere è potere da sola la buona volontà non basta. Serve anche tanta competenza per risolvere problemi complessi ed anche una vasta cultura che permetta di armonizzare soluzioni che incidono su tanti aspetti della vita delle persone.

La china che abbiamo imboccato è figlia della costante accettazione di mediocrità e incompetenza e della incapacità di scegliere secondo un sistema meritocratico; per cambiare direzione è indispensabile rifondare gli strumenti attraverso i quali si seleziona la classe dirigente del Paese, ma tutte le forze in campo hanno sistemi di autoconservazione che impediscono o rendono molto difficile il propagarsi di un pensiero nuovo e vincente.

Lo testimoniano alcune esperienze. La selezione dei direttori di musei fatta con bando internazionale da Franceschini è un chiaro esempio, fortemente osteggiato, che ha preferito il merito. La scomparsa dalla scena di Fabrizio Barca, che aveva prodotto una corposa e condivisibile analisi per il cambiamento del PD, testimonia la forza della conservazione.

Chi c’era prima ha fallito, chi c’è adesso non sembra avere gli strumenti per venire a capo di una situazione complessa. Non è una lotta fra destra e sinistra. Si tratta di rifondare il modo di fare politica e di selezionare la classe dirigente, portando all’interno della Qualità, ora assente. È un tema che interessa tutti ed è propedeutico alla soluzione di tutti i problemi.

È un tema che interessa tutti ed è propedeutico alla soluzione di tutti i problemi. Ed è già difficile costruire e portare avanti un progetto cui tanti si opporranno. Diventa impossibile se si deve smontare pezzo per pezzo l’esistente e smaltirne i detriti.

Associazioni e partiti politici non sono cemento che inquina e deturpa il territorio!

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