Sanzioni

Da Giovedì 24 febbraio il mondo che conoscevamo e in cui eravamo abituati a vivere nonostante gli affanni della pandemia non è più lo stesso.

Dalla fine della seconda guerra mondiale ci sono state numerose guerre in varie parti del mondo Indocina, Vietnam, Medio oriente: Israele Iraq e Iran e tante crisi locali, tutte comunque distanti dall’Europa. Le guerre esplose in seguito alla disgregazione della Jugoslavia si sono svolte ai confini delle nazioni componenti l’Unione, ma non suscitavano sospetti per la stabilità dell’ordine e del diritto internazionale.

Putin con una aggressione improvvisa ed immotivata, che per luoghi e modalità di esecuzione ricorda molto quella che scatenò la seconda guerra mondial, ha invaso l’Ucraina con l’intento di eliminare l’attuale governo per sostituirlo con uno accondiscendente ai voleri del nuovo Zar.

La motivazione addotta a scusa, è veramente debole e contrasta con il principio irrinunciabile per le democrazie occidentali, l’autodeterminazione dei popoli. Anche inaccettabile e l’affermazione di non poter confinare con uno stato che ha aderito all’Europa e fa parte della alleanza atlantica, perché è una condizione già realizzata da Estonia Lettonia e Lituania.

Di fronte a questo sconvolgimento si è accesa la discussione su che fare e come sempre ci sono posizioni diversificate. Esclusa l’opzione militare si cercano strumenti che non abbiano contraccolpi. Comprensibile, ma irrealizzabile.

La realtà è che le connessioni economiche che esistono tra i paesi globalizzati sono innumerevoli, e nella fattispecie la dipendenza dalla Russia di molti paesi europei per gas e petrolio è enorme. Questa situazione li rende suscettibili al ricatto derivante dalla interruzione delle forniture che sarebbe una sciagura.

È paragonabile ad una guerra in casa?

E chi può garantire che Putin conquistata l’Ucraina si voglia fermare e se si ferma non lo faccia solo per recuperare energie prima di procedere verso altri stati. La sua intenzione è quella di ricostituire gli stati cuscinetto che dividevano l’Europa dell’URRS?

Il mondo globalizzato è una conquista con molti lati negativi innegabili, ma forse non è obbligatorio.

La maggiore delle negatività è il fatto che mette in relazione ed in collaborazione società con scale valoriali completamente diversi.

Il mondo composto dalle democrazie occidentali ha, di fatto, cancellato la guerra come mezzo di soluzione delle controversie ed ha nella organizzazione interna dei meccanismi di suddivisione del potere tali da impedire che un comandante pro tempore possa decidere autonomamente per soluzioni estreme.

Ciò non avviene nei paesi autoritari e le controversie vengono risolte con la legge della forza. Fono al 24 u.s. questo atteggiamento era riservato solo agli oppositori interni, non essendoci stato nessuno, fino a tre giorni fa, che aveva osato aggredire un paese straniero perché il governo in carica aveva preso decisioni non gradite.

Se Putin sia in preda ad una crisi psicotica o no è ininfluente. Fino a quando ci saranno rapporti, sarà possibile che una controversia degeneri in un atto di guerra.

O accettiamo supinamente di trasformarci in sudditi di Putin, o mostriamo di reagire, subito e con decisione. I costi saranno certamente minori di quelli di una guerra in casa e il sacrificio di affrancarsi da un ricatto sarà fatto una volta per tutte.

È un sacrificio per la libertà che tutti siamo chiamati a sostenere a fianco del popolo Ucraino.

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